Le distrofie muscolari sono un gruppo eterogeneo di disordini ereditari caratterizzati da progressivo deperimento e debolezza muscolare. Questi disturbi presentano una grande variabilità clinica per quanto riguarda l’età di insorgenza, i modelli di coinvolgimento del muscolo scheletrico, il danno cardiaco, il tasso di progressione e il modo di ereditarietà. Le difficoltà di classificazione sono spesso causate dalla presenza sporadica relativamente comune di forme autosomiche recessive e dalla variabilità clinica intrafamiliare. Inoltre recenti scoperte, in particolare per quanto riguarda le proteine che collegano il sarcolemma ai componenti della matrice extracellulare, hanno ristretto il divario esistente tra le distrofie muscolari degli arti (LGMD) e quelle congenite (CMD). Pertanto è necessaria una nuova definizione dei confini tra questi due gruppi.
Gli studi di genetica molecolare hanno dimostrato diverse mutazioni causali nei geni che codificano un insieme disparato di proteine coinvolte in tutti gli aspetti della biologia delle cellule muscolari. Questi nuovi geni del muscolo scheletrico codificano proteine molto diverse con diversa localizzazione all’interno o alla superficie della fibra muscolare scheletrica, come la membrana muscolare sarcolemmale (distrofina, sarcoglicani, disferlina, caveolina-3), la matrice extracellulare (laminina a2, collagene VI), il sarcomero (teletonina, miotilina, titina, nebulina e ZASP), il citosol muscolare (calpain-3, TRIM32), il nucleo (emerina, lamin A/C) e gli enzimi della via di glicosilazione (fukutina e proteine correlate alla fukutina). L’accumulo di conoscenze sul ruolo di queste diverse proteine nella patologia muscolare ha portato a un profondo cambiamento nella classificazione originale basata sul fenotipo e ha gettato nuova luce sulla patogenesi molecolare di questi disturbi.